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Business Fashion

Apologia di Chiara Ferragni: perché è migliore di chi la critica

by Giordano Sottosanti / Ottobre 15, 2018

Chiara Ferragni è uno dei personaggi più discussi del web e non solo. La sua popolarità ormai da tempo non ha confini nazionali che tengano. Anzi, la giovane imprenditrice e blogger è forse più apprezzata all’estero che in Italia.

Nel nostro Paese, infatti, spesso ci si divide sulle notizie riguardanti la vita dell’ex modella nata a Cremona e le sue iniziative di marketing. Spesso in maniera molto superficiale e a causa di invidie, luoghi comuni e pregiudizi. Del resto, la bella Chiara vive forse più all’estero che in Italia e ha preferito far nascere suo figlio negli Usa, in modo da ottenere anche la cittadinanza americana.

Ma chi è davvero Chiara Ferragni? Cosa c’è realmente dietro il brand dell’influencer di moda più importante al mondo secondo Forbes, del suo blog milionario The Blonde Salad o della sua linea di moda. E soprattutto: perché c’è chi la osanna da una parte e chi la critica aspramente dall’altra?

È quello che cercheremo di scoprire in questo articolo. Vuoi saperne di più? Allora entriamo subito nel merito.

Chiara Ferragni: chi è e perché se ne parla tanto

Nei paragrafi che seguono, cercheremo di scoprire qualcosa in più sulla donna e imprenditrice Chiara Ferragni, ma soprattutto cercheremo di analizzare le situazioni nelle quali è stata maggiormente criticata negli ultimi tempi. Buona lettura.

La storia di Chiara

Chiara Ferragni ha raggiunto il successo grazie ad internet. La sua vita, ormai, si svolge quotidianamente sotto i riflettori della rete. Facile, dunque, trovare informazioni sulla sua vita navigando nel mare magnum del web.

«Nasce a Cremona da Marco Ferragni, dentista, e Marina Di Guardo, scrittrice. Ha due sorelle minori, Francesca e Valentina Ferragni. Ha frequentato il Liceo Classico Daniele Manin di Cremona ed ha in seguito studiato giurisprudenza alla Bocconi, senza però terminare gli studi».

Non mi soffermo su quest’ultimo punto per non andare fuori tema, ma se vuoi conoscere il mio pensiero sull’Università italiana dai un occhiata al mio articolo su reinventarsi un lavoro.

Quanto letto sopra, comunque, è ciò che si trova cercando la voce Chiara Ferragni su Wikipedia. La stessa fonte, sulla sua vita “privata” (se così si può dire) aggiunge che:

«Nell’ottobre 2016 ha ufficializzato la relazione con il rapper italiano Fedez; il primogenito della coppia è nato il 19 marzo 2018 a West Hollywood, contea di Los Angeles. La coppia si è sposata il 1° settembre 2018 a Noto, in Sicilia, con una cerimonia privata destinata ad amici e parenti».

Ma la vera, prima svolta di Chiara, era già arrivata nel 2009. E nel prossimo paragrafo andiamo a scoprire perché.

Una blonde salad da milioni di euro

A quanto raccolto finora sulla sua vita, possiamo aggiungere che Chiara Ferragni all’età di 22 anni crea un blog, il già citato The Blonde Salad. Uno spazio che parla di lei, di come si veste, delle sue borse preferite, delle scarpe che indossa e dei suoi capi appena comprati. In quegli anni, in cui spopolavano chat come MSN e si affermavano le prime piattaforme di social networking come Netlog o Blogspot, ma non c’era ancora stata la vera e propria esplosione dei vari Facebook, Twitter ed Instagram, erano tanti i giovani che aprivano dei blog su se stessi o su svariati temi. Era la “moda” del momento.

E a proposito di mode, è qui che Chiara inizia a diventare autorevole nel settore fashion. Cosa intendo per autorevole? Più di mezzo milione di visitatori unici al mese, tanto per rendere l’idea della portata straordinaria che raggiungerà il suo spazio sul web.

Oggi i follower di Chiara Ferragni su Instagram sono quasi 20 milioni.

Giusto per dare un metro di paragone, sono orientativamente gli stessi dell’ex Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama.

Tutti possono fare quello che fa la Ferragni: o forse no?

I risultati del blog della giovane Chiara avevano dunque un potenziale economico enorme. Da quel momento, infatti, non passerà molto tempo prima che le case di moda inizino a fare la fila alla porta di quella che diventerà la fashion blogger più influente del mondo. Ciò nonostante, la vulgata nostrana è solita liquidare questo straordinario successo (perché piaccia o non piaccia di questo si tratta) attraverso il luogo comune:

“Ma cosa ci vuole a fare quello che fa lei? Va solo in giro a farsi qualche foto, può farlo chiunque”.

Dalla storia del Chiara Ferragni blog, però, possiamo evincere due considerazioni:

  1. I giovani che alla sua età hanno aperto un blog sono migliaia e migliaia. Forse milioni. In quanti hanno ottenuti gli stessi risultati? I consigli o gli articoli di quanti sono diventati così autorevoli nel settore che li appassionava? Pochi, molto pochi. Pochissimi. E ciò non significa che Chiara è stata più brava e capace di tanti altri? Direi proprio di si;
  2. Può risultare simpatica o meno, ma la Ferragni è indubbiamente una bella ragazza. Avrebbe potuto “accontentarsi” di fare la modella. Di sfilare senza mai aprire bocca su una passerella, facendo affidamento solo su quanto madre natura le avesse donato, senza aggiungere niente di suo.

Attenzione: non che fare la modella sia una professione deprecabile, tutt’altro, ma vogliamo dare merito ad una ragazza di essersi ingegnata per andare oltre e ottenere dalla vita qualcosa di più rispetto a ciò che già poteva avere di suo per “diritto naturale”?

Che lavoro fa la Ferragni e perché viene criticata

Oggi non è una modella, ma ha delle sue linee di moda, una Chiara Ferragni Collection, un negozio a Milano e le case di moda fanno a gara per accaparrarsela come testimonial. In un certo senso, si è inventata un lavoro. E inventarsi un lavoro non è sinonimo di intelligenza, visione, competenza e sagacia?

Sì, forse chiunque avrebbe potuto fare quello che oggi fa lei, se solo ci avesse pensato prima di lei e lo avesse fatto meglio.

Sgombrato il campo dal pregiudizio principale, concentriamoci adesso sui casi mediatici più contraddittori che la riguardano o l’hanno coinvolta negli ultimi tempi.

  1. L’acqua di Chiara Ferragni venduta a 8 euro l’una;
  2. La foto in reggiseno per Intimissimi;
  3. La copertina di Economia Corriere tra gli imprenditori italiani più importanti;
  4. Il “costoso” matrimonio tra Chiara Ferragni e Fedez;

Analizziamole nel dettaglio caso per caso.

Il caso acqua Evian

Iniziamo dalla recente rivolta del web contro Chiara Ferragni, scaturita da una bottiglia d’acqua a tiratura limitata griffata Ferragni, ma prodotta da Evian, una marca di acque minerali appartenente al gruppo agroalimentare francese Danone.

Pietra dello scandalo? Il costo di 8 euro a bottiglia. Una polemica, per altro, nata dopo circa un anno dal momento in cui il prodotto è stato messo in commercio. Ma si sta, quando il mainstream decide di dare in pasto un falso problema all’opinione pubblica, non c’è ragione che tenga. “Laggente” del web non perdona.

E allora parte il gioco a chi la spara più grossa: account fake e reali che piangono per i poveri bambini in Africa, politici che propongono improbabili interrogazioni parlamentari sull’acqua dello scandalo, chi si appella all’acqua bene pubblico e comune. Basterebbe informasi e far funzionare un minimo di logica per capire che:

  • L’acqua è della Evian e non della Ferragni, che la “griffa” come tante linee di moda o personaggi hanno già fatto prima di lei;
  • L’acqua Evian costa tra i 6 gli 8 euro già di suo, essendo considerata un’acqua “di lusso”;
  • Gli 8 euro non corrispondono solo al valore reale dell’acqua, ma della bottiglia che rappresenta un pezzo da collezione (per chi piace) che potrebbe essere venduto anche separatamente, per intenderci. A me non interessa e non la comprerei mai, ma chi vuole farlo è libero di spendere i suoi soldi come vuole, così come nessuno. costretto a scegliere Evian a discapito di un prodotto più conveniente economicamente;
  • Se l’acqua è un bene pubblico non andrebbe venduta a nessun prezzo, né a 50 centesimi né ad 8 euro;
  • Non è vero che tutte le acque sono uguali e che chi la vende non ci mette niente di suo (perché si è detto anche questo). Chi la pensa così dovrebbe provare a recarsi alla fonte a prenderla, imbottigliarla e poi provvedere a distribuirla. Tutto gratis, naturalmente.

Ecco come ho sintetizzato, senza molta diplomazia (lo ammetto), il mio pensiero su questa vicenda sul mio account Twitter.

Comunque volevo dire che la droga costa (e rende) più dell'acqua brandizzata #ChiaraFerragni. Rompete il cazzo agli spacciatori, non ad una ragazza che si è ingegnata e guadagna con le vostre stupide frivolezze, ma senza fare nulla di anti-etico o dannoso. Ignoranti e caproni.

— Giordano Sottosanti ن 🇮🇹 (@GiordanoSottosa) October 9, 2018

evian ferragni

La pubblicità per Intimissimi

Altra polemica tra le più forti è stata quella scatenatasi dopo la pubblicazione, da parte della Ferragni, di una foto che la ritrae in reggiseno, prima di un importante evento ufficiale di Intimissimi. Ma fra tanti apprezzamenti, c’è stato spazio anche per altrettanti commento dei soliti leoni da tastiera del tipo “Con tutti i soldi che hai perché non ti rifai?”.

Adesso, lungi da me ergere la Ferragni a modello di riferimento intellettuale, ma anche in questo caso ha ragion lei, avendo risposto con un elegante quanto secco: “Veramente un messaggio pessimo, soprattutto se viene da una donna”. Anche perché, aggiungo io, avere un seno abbondante non è di per sé sinonimo assoluto di bellezza. Ma questo è un altro discorso. E poi, quello che forse sfugge agli ignoranti è che esiste un ampio target di donne che non sono maggiorate e che magari adesso guarderanno con ancora più simpatia Chiara e la marca di reggiseno che stava indossando nell’occasione. È l’ABC del marketing, bellezza.

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Sacrilegio: una giovane donna tra gli imprenditori di successo

Ed eccoci giunti ad un’altra pietra dello scandalo. Un bel giorno l’inserto economico del Corriere della Sera butta lì una prima pagina dedicata alle “storie di imprese e di campioni che hanno spinto e spingono il Paese”.

E chi sceglie in rappresentanza di essi? Le tre gigantografie prescelte sono quelle di Mario Draghi, Giorgio Armani e, udite udite, Chiara Ferragni.

Ma come? La ragazzina della porta accanto partita con un blog? Quella che “cosa ci vuole a fare quello che fa lei, può farlo chiunque”? Sì, proprio lei. Una giovane, donna, bionda, carina, ormai ricca e affermata, accanto al governatore della Banca Centrale Europea e ad uno degli stilisti più celebri al mondo con anni e anni di onorata carriera.

E allora, da parte di chi non ha abbastanza cultura imprenditoriale (e generale) per accettare la cosa, partono i soliti commenti cattivi sui social.

“Fossi sua madre la prenderei per le orecchie e la porterei a fare un lavoro vero, no a farsi quattro foto in giro”. Questo il tono, dal quale si capisce perché Chiara è ricca e affermata e altri no. Perché in realtà, se questa gente fosse sua madre, costruirebbe statue e monumenti in suo onore per aver assicurato loro una vecchiaia serena e un futuro garantito alle prossime generazioni dell’albero genealogico dei Ferragni. Forse esagero, ma quando ci vuole ci vuole.

Il matrimonio con Fedez

A scanso di equivoci: io non sono un particolare fan di Chiara Ferragni in quanto tale. Nel senso che in generale non mi lascio “influenzare” dai “grandi personaggi, non comprerò mai nulla in un Chiara Ferragni shop, non ho visto il suo matrimonio (a differenza di milioni di persone sui social), non la seguo nemmeno su Instagram e, soprattutto, non riesco a capire come abbia fatto a sposare Fedez (non me ne voglia, ma non ho molta simpatia per i rapper imborghesiti).

Come ho scritto, tra il serio e faceto, su un post su Facebook a proposito dei “Ferragnez“.

Non sono d’accordo, però, alle banalissime polemiche sul loro matrimonio, ritenuto dai più troppo sfarzoso e costoso. Così come sarebbe deprecabile la corsa di varie aziende a fare a gara per sponsorizzare o regalare qualcosa alla coppia (naturalmente per un ritorno di marketing e non per beneficenza). Vedi Alitalia che ha riservato un volo per per gli invitati o i pupazzi giganti della Trudy a immagine e somiglianza degli sposi.

Non sono d’accordo, innanzitutto perché ognuno con i soldi suoi fa quello che vuole, specialmente se non li ha rubati né fatti illecitamente. Ma soprattutto perché non riesco a credere che sia meglio quello che fa tanta gente comune che, pur non navigando nell’oro, spende molto più delle proprie possibilità per festeggiare le proprie nozze. In proporzione è stato molto più morigerato il matrimonio targato “The Ferragnez“, spesa per altro ampiamente ripagata dal ritorno di sponsor, visualizzazioni social e tutto il marketing che ha generato e sviluppato attorno a sé l’evento.

Conclusioni: cosa apprezzo della Ferragni

Nella vita reale, probabilmente, io e lei non saremmo d’accordo quasi su niente dal punto di vista personale, culturale o politico, giusto per fare qualche esempio. Ma, in definitiva, quello che ammiro della Ferragni è l’imprenditrice. È ciò che è riuscita a costruire, anticipando i tempi e andando oltre ciò che già aveva e senza cullarsi su una famiglia che probabilmente non avrebbe avuto particolari problemi a mantenerla. Perché questo la rende una persona migliore di chi per invidia sociale (ed economica) la disprezza. Altro che quote rosa.

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